Orata all’acqua pazza

In questo 22 settembre che prelude all’equinozio d’autunno (il 21 settembre si rattrista terribilmente ogni anno per essere stato in qualche modo spodestato) arrivo io con l’idea che, proprio come ogni inizio, anche ogni fine merita di essere celebrata e voi ormai lo sapete bene: io celebro spesso ai fornelli. Ecco quindi che per la cena di questa sera ho pensato di proporvi un’orata all’acqua pazza che si prepara in tempi rapidissimi e che profumerĂ  di mare le nostre cucine.

E’ un piatto semplice che si prepara da generazioni, soprattutto sulle barche dei pescatori che sono il luogo e la dimensione esatti in cui questa ricetta è nata.

Considerato dai piĂš come piatto povero creato con semplice acqua di mare, del prezzemolo, una cipolla, dell’aglio e un pomodoro, l’orata all’acqua pazza passa poi alla ribalta come portata speciale, e da tenere in gran conto, soprattutto in estate. Ovviamente perde un po’ della sua poesia se cucinata sui fornelli di una cucina di un appartamento ad Abbiategrasso – me ne rendo perfettamente conto – ma vi assicuro che la bontĂ  rimane intatta.

Sulle barche dei pescatori il pesce veniva ( e viene) pescato, pulito e buttato in pentola nel giro di qualche minuto, e l’acqua di mare, con gli umori di tutta la meravigliosa ricchezza di un ecosistema completo, dev’essere stato l’ingrediente speciale che ha reso la ricetta dell’orata all’acqua pazza cosĂŹ apprezzata da sempre. Se però, come me, non abitate al mare e non siete soliti cucinare su qualche tipo di imbarcazione, sappiate che potete acquistare del sale di qualitĂ  (ebbene no, non tutti i sali sono uguali) e preparare questa meraviglia.

Anche quest’anno l’ultimo giorno d’estate è venuto a salutarci con in mano il suo bagaglio colmo di intensissimo sole a picco delle due del pomeriggio nel luglio piĂš caldo del secolo, tuffi in mare al tramonto, profumo di erba appena tagliata, temporali improvvisi, fruscio di fronde pettinate dal vento, frutta succosa e infinite sfumature di verde e di terra arsa allo stesso tempo.

Che vi stiate disperando perchè l’estate è finita o che siate al colmo della felicitĂ  perchè la vostra stagione preferita avrĂ  inizio tra pochissime ore (e io faccio decisamente parte di questa categoria) voi datemi retta: mettete una bottiglia di vino bianco in frigorifero e andate a comprare un’orata freschissima e cicciottina per l’acqua pazza di questa sera. Il calendario, mentre vi gusterete quei bei filetti bianchi e sodi, perderĂ  d’importanza in qualsiasi caso.

Ingredienti per due persone:

1 grossa orata (circa 800 g) freschissima, pulita e squamata

una manciata di pomodorini tagliati a metĂ  (o un pomodoro non troppo grande tagliato a fette grandi)

1 cipolla piccola (io ne ho scelto una rossa perchè piÚ dolce, ma voi sentitevi libri di utilizzare la bianca o la bionda a seconda del vostro gusto personale) sbucciata e affettata

qualche rametto di prezzemolo

un paio di spicchi d’aglio a cui avrete tolto la camicia

2 peperoncini rossi (regolatevi in base alla piccantezza e al vostro gusto personale)

4 cucchiai abbondanti di un ottimo olio extravergine di oliva

mezzo bicchiere di vino bianco secco

2 bicchieri abbondanti di acqua fredda

Sale q.b. (io metto circa un cucchiaio di sale grosso nella padella in cui cuocerĂ  l’orata e poi non ho bisogno di aggiungerne altro dopo la cottura)

Procedimento:

Sciacquate l’orata (giĂ  eviscerata e senza squame) sotto un getto di acqua corrente fredda, asciugatela internamente con del panno carta e posizionatela nella padella in cui poi la cuocerete.

Sciacquate il prezzemolo e i pomodorini prima di tagliarli a metĂ .

Versate nella padella l’acqua, il vino, il sale, i pomodorini, l’aglio, il prezzemolo, i peperoncini, la cipolla e 2 cucchiai di olio.

Coprite la padella con un coperchio e, tenendo il fuoco basso, portate ad ebollizione. Cuocete il pesce per 20/25 minuti.

Una volta che l’orata sarĂ  cotta, eliminate dall’acqua tutti gli ortaggi e i profumi. Trasferite il pesce su un tagliere ed eliminate pelle e lische.

Servite i filetti conditi con un filo di olio e, se volete, qualche cucchiaio dell’acqua di cottura filtrata.

Chi lo desidera può aggiungere anche peperoncino fresco tritato.

Francesca

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2 Comments

    1. says: Francesca Riva

      Puoi tenerle e utilizzarle o per insaporire una maionese (veg o tradizionale) oppure mangiarle condite. Togliendo peperoncino, prezzemolo e aglio restano solo i pomodorini e la cipolla, ma volendo si può non buttare nulla 🙂

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